Cuscino si o cuscino no??














🌞Avete presente queste ciambelle per far giocare i bimbi al mare?
Chi le vende non ha la benchè minima cognizione del concetto di neurosviluppo ed acquaticità nei bambini, né tantomeno dell’inutilità dell’oggetto. ⏩Profitto innanzitutto!💲
Mi spiego meglio.
Ok, noi genitori siamo contenti 😆di vedere il nostro piccolo al mare che galleggia nella sua ciambellina colorata con la mutandina in plastica che lo sorregge…un po’ come quando siamo felici di vederlo muovere freneticamente i piedini sul girello in casa. 🤬
Ebbene, come nel girello a terra, la ciambella con mutandina crea una percezione errata di ciò che è l’acqua, di come ci sostiene e come riusciamo a gestire questo nuovo splendido elemento. ➡️Forniamo così al piccolo delle informazioni artificiose che finiscono per alterare il suo imprinting con l’acqua dicendogli che senza ciambella e mutandina si affonda. 🧠La mappa cerebrale della sua corteccia motoria sta apprendendo uno schema sbagliato partendo da una tabula rasa che lo porterà ad approcciarsi al mare ed alla piscina sempre legato ad un ausilio.
❓❓Cosa fare quindi❓❓
1️⃣Noi genitori per primi dobbiamo affrontare le nostre paure, entrando in acqua con i piccoli e mettendoci alla loro altezza, dove loro non toccano coi piedini
2️⃣Teniamoli attaccati a noi e mostriamo quanto è divertente galleggiare supportandoli sotto le braccia (parlo ovviamente di bambini con meno di un anno di età)😃
3️⃣Costruiamo con loro un fantastico rapporto di fiducia in acqua con serenità, giochini colorati, abbracci e coccole…se ci divertiamo noi, si divertono anche loro👶
4️⃣Mettiamoci in posizione semi supina (come a voler nuotare quasi a dorso) e adagiamo i bimbi di schiena sul nostro petto con la testa sulla nostra spalla…ondeggiamo, cantiamo, lasciamoci trasportare da un movimento dolce e ondulatorio
5️⃣I bambini prenderanno fiducia e lentamente, ma soprattutto senza artifici, acquisiranno sicurezza nei propri mezzi e quando sarà il momento potranno pian piano staccarsi…
6️⃣Da ultimo ma non per importanza: capiterà che bevano un sorso d’acqua e tossiscano, non facciamone un dramma, rassicuriamoli ridendo e facendo passare il concetto che è una cosa normale, capita!
👉Non dimentichiamoci che i bimbi conoscono già l’elemento acqua, avendo vissuto 9 mesi nel pancione materno!!!
Buon mare‼️🌊☀️
Tra le sue “sette regole d’oro” per educare i bambini👶, il neuropsichiatra 👨⚕️Giovanni Bollea ci ha parlato di tempo condiviso.
“Quella che conta è l’intensità, non la quantità di tempo passato con i bambini. I primi venti minuti del rientro a casa dal lavoro sono fondamentali. Devono essere dedicati al colloquio e alle coccole. 💕E non certo a chiedere dei compiti o dei risultati“.
Giovanni Bollea
🙄Se ci pensi, la sua proposta è assolutamente modesta: venti minuti di gioco, venti minuti al giorno da dedicare ai propri figli. Eppure, per la maggior parte di noi, anche questo piccolo impegno temporale è impossibile. L’intuizione di Bollea, peraltro, trova riscontro nelle successive indagini scientifiche: il tempo di qualità, per i figli👧, non è tempo speso in attività costose o 🏂mirabolanti. È semplicemente tempo condiviso praticando qualche attività insieme: costruzione di lavoretti creativi, lettura 📖di favole e fiabe. Oppure, come suggerisce la “regola d’oro”, dedica quel tempo alle coccole e alla conversazione🤗.
❗️Oggi ti lanciamo una piccola sfida: prova a mettere in pratica quest’abitudine per sette giorni. 🔝Sette per venti fa centoquaranta: poco più di due ore suddivise nell’arco della settimana. E ricorda un’altra regola d’oro: perché il tempo trascorso con i propri bimbi sia tempo di qualità, è necessario dimenticarsi dello smartphone.😡 Mettilo via.📱
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Quello di coinvolgere i bambini nelle faccende domestiche è sempre stato uno spunto molto interessante. 🧐
👀C’è chi dice che i bambini non dovrebbero fare nulla e chi invece sostiene che ad ogni età ci sono diversi compiti che possono essere svolti anche dai più piccoli. Personalmente propendo per la seconda teoria…farsi aiutare dai bambini nelle faccende domestiche mi sembra un modo per riconoscergli una dose di autonomia e di autostima.↗️
👩🏫La pratica nella vita quotidiana è infatti uno dei pilastri su cui si basa anche il Metodo Montessori. Secondo lo stesso, è possibile affidare ai bambini compiti da svolgere già a partire dai 2/3 anni (ad es. riordinare i giocattoli).
I compiti devono essere ovviamente pensati in base allo sviluppo cognitivo del bambino e questo li aiuterà ad essere degli adulti più autonomi ed ordinati.
❓Perchè non rendere anche i “lavori di casa” un vero e proprio gioco??
😁I piccoli imitano continuamente i gesti quotidiani di noi adulti, ed è proprio questa la leva che dobbiamo sfruttare per risparmiare tempo nelle faccende, 🚸coinvolgerli divertendosi ed insegnare loro ad essere utili e competenti acquistando così sempre maggior fiducia in se stessi.
Il primo approccio da avere è con noi stessi, anche se può sembrare scontato, è importante essere consapevoli che il risultato finale non sarà MAI come se lo avessimo fatto da soli 🤷♂️e soprattutto dobbiamo armarci di pazienza proprio perchè ci vorrà più tempo del dovuto per portarlo a termine, ma alla fine raccoglieremo ciò che abbiamo seminato!
–>>Dobbiamo spiegare ai nostri piccoli come vanno fatte le cose e dar tempo loro di capire e abituarsi, molto probabilmente anche sbagliando, ma pazienza.
💓Ricordiamoci di gratificarli per aver svolto il loro compito e ringraziarli dell’aiuto che hanno dato!🥰🥰
Se avete un bambino che ama la musica e ballare, mettete in sottofondo delle canzoni allegre che facciano venire voglia di danzare e divertirsi… 🎶funziona e non solo per i bambini!
🤓Ad ogni età i suoi compiti—————————–
👉Vediamo insieme quali sono i più adatti e consigliati, anche dal metodo Montessori, dai piccini di 2 anni fino agli ormai adolescenti di 12.
➡️Considerando che in ogni caso le tappe variano da bambino a bambino, orientativamente possiamo dire che:
2️⃣Tra i 2 e 5 anni, che sono gli anni dove sviluppano sempre di più la concentrazione su un’azione che duri maggiormente nel tempo, possiamo affidare loro dai lavoretti più semplici come riordinare i giocattoli, mettere i vestiti sporchi nel cesto e buttare la spazzatura per passare poi a preparare da soli la merenda, apparecchiare la tavola e riporre una volta terminato il pranzo i piatti nel lavandino, dar da mangiare al cane, riporre le scarpe nello scaffale.
6️⃣Tra i 6 e i 9 anni potranno già iniziare a collaborare in cucina preparando piatti semplici come insalate e la merenda, spolverare i mobili, passare l’aspirapolvere ed occuparsi di caricare la lavastoviglie.
🔟Tra i 10 e 12 anni saranno così in grado di aiutare a lavare i pavimenti, farsi il letto, portare a spasso il cane, andare soli a fare la spesa seguendo una lista e piegare i panni!
‼️Questi piccoli lavoretti servono principalmente a responsabilizzarli e per abituarli gradualmente a svolgere dei compiti non solo per loro stessi, ma per tutta la famiglia.
👍🏼Apprenderanno così l’importanza di aiutare il prossimo e si relazioneranno in modo più gentile e rispettoso con gli altri, dando un grande valore ai piccoli gesti.😏
Rb Bimbicreativi
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Per i bimbi imparare a scusarsi e a riconoscere i propri errori è una competenza chiave, che entra nella galassia – assai più complessa e articolata – del rispetto. Perché facciamo tanta fatica a scusarci e ad imparare anche dai contrasti? Questione di orgoglio, ma anche – e forse soprattutto – della mancanza di una procedura per trasformare questi contrasti in strumenti di crescita.
Per parlare ai bambini dell’importanza di chiedere scusa, ed agevolarli a visualizzare le proprie emozioni, si possono rappresentare su un disegno a forma di torta. Le immagini possono essere d’aiuto e così si può pensare ad una “torta delle scuse: per ogni strato della torta, si inserisce uno spunto di riflessione per indagare le vere ragioni del nostro agire. L’obiettivo non è solo imparare a fare un passo indietro e chiedere scusa, ma soprattutto trarre una lezione su come migliorare in futuro,
facendo tesoro delle esperienze passate.
Di fronte a un litigio, grande o piccolo che sia, si può ricorrere a questa torta per analizzare la situazione e per indirizzare al meglio la reazione emotiva e comportamentale.
Si comincia dalla base della torta, che identifica un problema emotivo: mi dispiace perché…
Ferire qualcuno è sempre spiacevole, così come è sgradevole sentirsi feriti. Per questa ragione i litigi e le discussioni ci fanno male. Il primo passo per risolvere la situazione è capire cosa ha provocato la nostra reazione e, al tempo stesso, empatizzare con quella dell’altro.
Il secondo strato della torta prevede invece un approfondimento razionale: ho sbagliato perché…
Riconoscere i propri errori a caldo è impossibile, specialmente per via del prevalere delle emozioni. Il cervello emotivo, molto più immediato di quello razionale, antepone i suoi sentimenti e ci impedisce di guardare con lucidità. Dopo aver ragionato sulle emozioni, è il momento di passare all’analisi dei nostri errori. È buona regola guardare ai propri errori, lasciando che siano gli altri a pensare ai loro.
L’ultimo strato della torta è legato all’azione: come posso sistemare le cose?
Infatti, dopo aver analizzato le cause che hanno scatenato un litigio o una situazione di tensione, è indispensabile passare all’azione, cucendo una toppa sullo strappo e rinsaldando le relazioni sociali. Se manca questa fase proattiva, tutto il discorso sulle emozioni è perfettamente inutile. Ecco perché questo strato si trova al di sopra di quello legato alle emozioni e a quello legato alla razionalizzazione.
Per finire, c’è la ciliegina sulla torta: la prossima volta farò…
Guardiamo a ogni piccolo incidente sociale come ad un maestro prezioso. Tutti i fallimenti lo sono, nella misura in cui ci meditiamo sopra e li utilizziamo come linee guida, capaci di modificare positivamente i nostri pensieri e comportamenti futuri. Ragionare su come, in futuro, affronteremo una situazione simile significa trasformare un episodio spiacevole in un momento altamente educativo.
Rb: portalebambini
Durante il periodo delle feste 🎄natalizie, sicuramente i vostri piccoli avranno tantissimo tempo a disposizione per giocare…👀osserviamoli mentre sono seduti a terra e cerchiamo di capire se il loro posizionamento potrebbe essere non corretto.
✔️Il W-sitting è quando un bambino si siede sul fondo con le ginocchia piegate e i piedi posizionati fuori dai fianchi. Se lo osservate dall’alto, vedrete le loro gambe e il corpo fare la forma di una W.
👉Il W-Sitting è dannoso?
Spesso i bambini cambiano posizione mentre giocano assumendo la posizione a W…e va bene, a patto che non vi rimangano seduti così a lungo o la utilizzino come la😳 loro consueta posizione seduta.
➡️Quali rischi sono associati al W-Sitting?
Quando i bambini rimangono seduti per periodi di tempo più lunghi, sono a rischio per i seguenti problemi:😳
• Dislocazione dell’anca – Se un bambino ha problemi all’anca, sedersi nella posizione W può mettere a dura prova fianchi e articolazioni e aumentare la probabilità di dislocazione.
• Forza del tronco / nucleo limitata – L’ampia posizione seduta della posizione W rende più facile il mantenere il corpo in posizione verticale. I bambini seduti in una posizione W non contraggono i muscoli adeguati per rimanere seduti e non li svilupperanno come farebbero in altre posizioni più idonee.
👩⚕️La posizione a W rende difficile ai bambini il ruotare la parte superiore del corpo e raggiungere i lati con una o entrambe le braccia.
Se un bambino è soggetto a rigidità muscolare o ipertonia, sedersi in posizione W aumenterà la tensione ad anche, ginocchia e caviglie.🤓
🤔Cosa si può fare riguardo al W-Sitting di vostro figlio?
Se al vostro bambino piace stare seduto, ci sono dei passi da compiere per cambiare la sua abitudine. Se notate che è spesso seduto in questa posizione, prendete provvedimenti per correggere il comportamento.
1️⃣Ricordare a vostro figlio di “sistemare le gambe” ogni volta che le vedi sedersi in una posizione a W.
2️⃣Offrite al vostro bambino una piccola sedia o uno sgabello in alternativa alla seduta sul pavimento.
3️⃣Si può scoraggiare la posizione a W, mostrando loro altri modi per sedersi.
4️⃣Incoraggiate i bimbi a provare queste posizioni
🙃A gambe incrociate
😉Seduto con le gambe avanti
😜In ginocchio
👊🏽E’ infine di grande utilità una valutazione da parte di un osteopata per il vostro bimbo: valutare la postura,👣 l’appoggio dei piedi, la rotazione delle anche e delle ginocchia, 🦵l’atteggiamento del bacino e la forma della colonna vertebrale, del collo, della testa.…sono solo alcuni dei distretti che un professionista 🧐indaga per comprendere al meglio le dinamiche evolutive di vostro figlio.
🤱“Quando un bambino ciuccia al seno della mamma, crea un vacuum (vuoto). 😮All’interno di quel vuoto, la saliva del bambino è risucchiata all’indietro, nel capezzolo della mamma, dove i recettori delle sue ghiandole mammarie leggono i segnali che porta con sé.
👶Questo “risucchio” di saliva contiene informazioni importanti sullo stato immunitario del piccolo.
➡️Tutto ciò che gli scienziati sanno riguardo alla fisiologia indica che la saliva risucchiata è uno dei modi in cui il latte materno aggiusta la sua composizione immunologica.
👉Se i recettori delle ghiandole mammarie rilevano la presenza di patogeni😖, “costringono” il corpo materno a produrre anticorpi per combatterli, e quegli stessi anticorpi viaggiano attraverso il latte materno per arrivare al corpo del bambino, dove possono colpire l’infezione in modo mirato✌🏼.
Mamme e papà, prestiamo attenzione all’uso del ciuccio 👶🏼
La domanda cruciale che tutti noi genitori ci siamo posti meno una volta è: ciuccio si o ciuccio no???
Bene vi risponderò da genitore e da osteopata che si occupa di bambini, tentando di dissipare qualche dubbio, fornendo alcuni spunti di riflessione e informare sulla base di studi scientifici e nozioni di anatomia e fisiologia.
Iniziamo subito col dire che in inglese ciuccio si dice Pacifier ⏩⏩ pacificatore, cioè consolatore e “silenziatore”.
👆Per certi versi il ciuccio rappresenta un “alleato” della mamma, che lo utilizza come rimedio per tranquillizzare il bambino quando non può consolarlo in altro modo.
👉Ma la sua suzione prolungata, per motivi diversi, può causare problemi.
E’ doveroso comunque fare una distinzione tra i bimbi allattati al seno o con il biberon.
👶🏼Il lattante succhia per 2 motivi: nutrirsi o calmarsi. Esiste la suzione “nutritiva” (la poppata”) e quella “non nutritiva”, al seno o con il ciuccio.
✅L’utilizzo del ciuccio serve proprio per la “suzione non nutritiva” e genera un’azione calmante e rilassante nei momenti di pianto inconsolabile e frustrazione del piccolo soprattutto nei lattanti che non hanno il seno a disposizione.
In tal caso risulta utile, ma va comunque limitato.
Perché?
👉Andrebbe limitato perchè a lungo andare tende a favorire una posizione scorretta della LINGUA per la deglutizione e potrebbe compromettere la futura MASTICAZIONE.
Inoltre, la posizione anomala della lingua potrebbe modificare la forma del PALATO e limitarne la crescita, contribuendo alla comparsa di difficoltà motorie e linguistiche, oltre a provocare asimmetrie facciali e craniche che possono influenzare la colonna vertebrale.👈
👆Dati raccolti da studi scientifici suggeriscono tuttavia che un uso molto SPORADICO può non avere alcun esito complessivo negativo sugli effetti dell’allattamento al seno.
🤱🏻La promozione dell’allattamento esclusivo al seno può ridurre l’uso di succhiotti e i loro potenziali effetti deleteri sulla salute orale. Servirebbe un maggiore impegno tra professionisti del settore sanitario per sostenere le madri nell’allattamento al seno e informare in merito al possibile sviluppo delle abitudini di suzione.
🤱🏻🤱🏻Gli studi suggeriscono che l’uso di ciucci e tettarelle è associato a cambiamenti nei modelli di suzione dei neonati, dimostrando la possibile esistenza di confusione con il seno materno e il suo effetto sull’allattamento.
Concludendo, a fronte di un allattamento al seno possibile ed esclusivo, consiglio di NON introdurre il ciuccio per evitare di generare confusione nelle sensazioni e abitudini del neonato, oltre che a creare, per noi genitori il problema futuro al momento di toglierlo;
🍼In caso di allattamento artificiale esclusivo il ciuccio può avere una azione calmante e gestione del nervosismo dei bimbi. In tal caso l’importante è non farne un utilizzo ECCESSIVO che potrebbe innescare a lungo termine delle modificazioni sensibili nella forma della bocca e nella dinamica deglutitoria, ad esempio, tributarie in futuro di patologie fastidiose come otiti medie, tonsilliti, problemi nell’articolazione delle parole.
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Rb:
Nutritive and non-nutritive sucking patterns associated with pacifier use and bottle-feeding in full-term infants. Batista CLC1, Rodrigues VP2, Ribeiro VS3, Nascimento MDSB4.
Exclusive breast-feeding is associated with reduced pacifier sucking in children: Breast-feeding and pacifier-sucking habit. Gomes-Filho IS, Pinheiro SMS, Vieira GO, Alves TDB, Cruz SSD, Figueiredo ACMG, Mota ELA, Oliveira NF, Passos-Soares JS, Trindade SC, Vieira TO, Loomer PM conclusions and practical implications
Routine pacifier use in infants: pros and cons. Buccini G1, Pérez-Escamilla R2, Venancio SI3.
Pacifier Use and Morbidity in the First Six Months of Life, ALSPAC 1998, Institute of Child Health, Royal Hospital for Sick Children, Bristol